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© 2024 by Graziana C. Pantaleone.
Audela è una storia; di schegge, pioggia, buio, luce e mani fredde.
È commedia, tragedia, smarrimento, contraddizione e rinascita.
È saltare sulle nuvole mentre sei in caduta libera; un sorso di Martini, una ciliegia appena raccolta, un cucchiaino di gelato.
È pittura ovunque, coraggio di andare oltre, voglia di tenersi la mano e stringere, stringere quanto basta.
Dal francese "au-delà", oltre ciò che possiamo vedere, oltre la superficie, oltre le parole, oltre persino noi stessi.
Il colore è picchiettato, trascinato, graffiato sulla tela. Una sorta di imperfezione che dovrebbe condurre il soggetto che le si pone davanti a porsi delle domande, a cercare di andare oltre, a considerare che la perfezione non esiste e il tentativo di riprodurla ci allontana dalla nostra autenticità. - Estratto Intervista Teelent Art, The Artbook Edizione 17
In piedi in quella stanza buia, circondata da mille schermi avevo capito quanto non volessi solo raccontarla quella vita, ma viverla.
Le parole di quel poeta spagnolo erano state un faro, un'ancora: “Ti voglio libera, pura, irriducibile, tu.”
Parole e colori rincorrono natura e spiritualità; un viaggio dai simboli primordiali, dai colori sognanti, dalle acque più torbide a quelle più pure.
Roma, Pio Sodalizio dei Piceni 2024
Olio su tela 40x50cm, 2024
Ho ripreso a dipingere solo quando farlo è diventata un'esigenza e non farlo una mancanza.
Nelle parole ritrovo il senso, il tempo, la voce, l'intreccio.
Sciolgo e dispiego
milioni, i fili luminosi.
Nella ruota del tempo nulla è perduto.
L'arte diventa un pensiero, un profumo, un momento, uno sguardo riflesso.
Un treno in corsa, un tappeto di foglie, un tempo inespresso.
Una stretta di mano, mille luci, un luogo lontano, un vetro in frantumi.
Avanti e indietro, nello stesso cerchio lunare, sulle linee del vento.